COME PICCOLE RISONANZE

Opera teatrale hip hop (2007)

 

Nota di scena

 

I personaggi in scena sono tre che assurgono a maschere simboliche. Aruanà è la festa, che affronta la tragedia sociale con l’ironia, il Viaggiatore è l’incomprensione, perduto nelle contraddizioni del proprio tempo. Ambedue assumono diverse identità, a seconda della situazioni che si vanno sviluppare.

In scena oltre ai due attori è presente un dj, che entra in scena con interventi musicali dando una ritmica hip pop alla rappresentazione: è lui la guida del racconto.

 

 

SCENA I

 

Una luce illumina il fondo dello scenario dove c’è Dj che inizia a suonare. Vengono illuminati i personaggi, l’uno innanzi all’altro

 

Aruanà: Voglio  raccontarti una storia… Una storia di donne e uomini, ognuno 

 

             con le proprie tensioni morali. Donne e uomini, che si spostano verso direzioni    

 

             contemplate, mentre il mondo gira vorticosamente… E’ una storia che ne

 

             raccoglie tante altre, perché collegate da un senso comune.

 

Il Viaggiatore: Ma che storia è? 

 

Aruanà: E’ la storia della Società Globale. La società delle merci. La società della   

 

            quantità  sulla  qualità. La società elettronica, dove prodotti e informazioni, si

 

            muovono nel mercato, in nome del  valore di scambio. E’ la storia

 

             delle città dell’interzona, dove i significati della civiltà alfabeta sono capovolti.

 

             Dove vivere e morire sono separati da un filo d’ombra.

 

Il viaggiatore: Ma non  dovevi raccontarmi  la storia di Calixto…!? Io volevo saper della

 

                 sua vita, delle sue emozioni, della  sua arte…

 

Aruanà: E’ anche la storia di Calixto questa, e del modo in cui lui, come altri,

 

             raccontano il mondo, attraverso le melodie e il linguaggio.

 

Il Viaggiatore: Ah! So cosa vuoi dire… Parli dell’Orchestra do Mundo…

 

Aruanà: Anche… parlo  di una scommessa di riscatto per chi appartiene alle categorie

 

             deboli  della società:  i bambini. Parlo della follia del mondo civilizzato, che      

 

             li trasforma in oggetto di violenza.

 

Il Viaggiatore: Ma cos’è la società globale, mica l’ho capito quello che vuoi dire?

 

Aruanà: E’ l’interazione di culture e linguaggi, che si uniscono e ci  uniscono,  in una

 

            unica soluzione di continuità, nel bene e nel male.

 

Il Viaggiatore: Si, ma il mercato, lo scambio che c’entrano con Calixto e gli altri di

 

                  Orchestra do Mundo?

 

Aruanà: Loro sono l’altra faccia del mercato, l’altra faccia della società globale, perché 

 

            qui in ballo non c’è lo scambio tra merci, ma lo scambio tra arti, linguaggi,

 

            codici di  appartenenza, per dare una speranza…

 

Il Viaggiatore: Che speranza…?

 

Aruanà: La speranza di poter dare i diritti di cittadinanza a chi sono negati…

 

Il Viaggiatore: Affermare i diritti di cittadinanza… ? Che bello… Ma come? Non è una cosa

 

                semplice… Ci vuole un progetto… Ci vogliono tanti soldi… no?

 

Aruanà: Soldi? I soldi sono per le merci. Qui in ballo c’è la speranza…

 

Il Viaggiatore: Si vabbè…! Come fai senza soldi? Non è molto realistico quello che dici!

 

Aruanà: Basta un incontro…

 

Il Viaggiatore: Un incontro?

 

Aruanà: Si, un incontro,  tra persone di paesi sparsi nel mondo. Un incontro tra

 

              persone che hanno sposato il sogno e la causa della musica. Musicisti,

 

              produttori indipendenti, operatori sociali che si conoscono, per caso, e 

 

             decidono…

 

Il Viaggiatore: Decidono cosa? Continua…

 

Aruanà: Decidono che sono loro la società globale, e che attraverso loro il mondo può 

 

              rinascere. E allora decidono! Decidono di andare in Brasile per produrre un

 

              dischi, per poter costruire una scuola di musica…

 

Il Viaggiatore: Che figata…!

 

Aruanà: E proprio in quella scuola che quindici, venti, trenta bambini delle favelas

 

              possono  imparare la musica… Possono salvarsi la vita… Come Calixto.

 

Il Viaggiatore: Si! I bambini… Vivono nella strada e gli squadroni della morte cercano di

 

                   ammazzarli…!

 

 Aruanà: Capisci come può essere importante un incontro? Così, magicamente, da

 

               quell’incontro, si  innesca un tam tam per il mondo, che produce adesioni di

 

               altri artisti. E  ognuno di essi è l’espressione di etnie e culture diverse…

 

Il Viaggiatore: E’ questa l’Orchestra do Mundo?

 

Aruanà: Si…! Perché la musica è fatta di colori, intonazioni, sonorità che possono

 

               trasformare il mondo…

 

Il Viaggiatore: Non l’avevo visto sotto quest’aspetto…

 

Aruanà: Ma il Brasile è solo un luogo.  Possono esserci tanti altri posti. Le città

 

              dell’interzona, hai presente…? Dove è possibile fare viaggiare una speranza

 

              attraverso la musica. Perché quegli artisti raccontano e si raccontano

 

              attraverso il Brasile. Basta un incontro…

 

Il Viaggiatore: C’è una cosa che non capisco, però… Una scuola di musica per trenta

 

                      bambini non potrà mai risolvere i problemi che ci sono in Brasile… Giusto?

 

                      Non dico che  è inutile, ma forse è un po’ velleitario…

 

Aruanà:   Velleitario dici…? Allora ascolta, è come quando lanci un oggetto in mare: se il

 

           masso è grande farà un grosso schizzo e poi imploderà, ritraendosi subito,

 

           ma se lanci un sasso piccolo, insieme ad altri piccoli sassi ci sarà un effetto

 

           risonanza, che si perpetuerà nel tempo. E’ così che un piccolo gesto, un

 

           piccolo intervento, può invece innescare grandi cambiamenti, con le piccole

 

           risonanze…

 

Il Viaggiatore: E’ bella questa cosa delle risonanze… Pensa se tutti gli Stati

 

                      facessero così… Non ci sarebbe chi prova ad arricchirsi alle spalle di 

 

                      chi non ha speranze…

 

Aruanà: Certo, ma qui non sono gli Stati ad intervenire, qui sono le persone: donne e

 

             uomini del nostro tempo, che vogliono lanciare un sasso per vedere magari se

 

             altri sassi vengono lanciati, in modo tale da creare un effetto risonanza

 

             duraturo nel tempo, per aiutare a stimolare un grande cambiamento. Volevi  

 

             sapere di Orchestra do Mundo…  Ecco  cos’è: è un progetto che vuole

 

             trasformare la musica in aule multimediali, postazioni internet, con insegnanti

 

             qualificati per i bambini della favela di Campo Limpo.

 

 

 

Il Viaggiatore: Come piccole risonanze…!

 

Aruanà: …Contro la povertà, lo sfruttamento, la criminalità, per un mondo migliore. Ti

 

              sembra retorica questa?

 

Il Viaggiatore: No! Basta un incontro…

 

 

 

SCENA II

 

 

 

I tre sono in scena. Aruanà accenna a dei passi di danza, mentre Dj fa giochi di hip pop sui piatti.

 

 

 

Il Viaggiatore:

 

“Quale concetto di libertà può essere possibile nella società globale?

 

Forse quello proprio alla tradizione illuministica, 

 

Quello che si sposa al concetto di liberazione.”

 

 

 

DJ/Giochi di hip pop

 

 

 

Il Viaggiatore:

 

“Etica e realtà sociale s’incontrano, costruendo un percorso della memoria…

 

E’ un grido di dolore, per chi è espropriato della libertà,

 

Sono quelli che oggi aspirano alla liberazione.”

 

 

 

Aruanà/Passi di danza

 

 

 

Il Viaggiatore:

 

“Libertà è un luogo sociale,

 

dove è possibile sentire i sapori della solidarietà,

 

fratellanza delle emozioni”.

 

 

 

DJ/Giochi di hip pop

 

 

 

Il Viaggiatore:

 

“Il senso dell'aggregazione come valore generazionale.

 

non esistono differenze,

 

Un sapore d'altri tempi che plana nelle strade.”

 

 

 

Aruanà/Passi di danza

 

 

 

Il Viaggiatore:

 

“E’ un luogo sociale

 

Incontri di etnie nel segno della libertà e dell’uguaglianza,

 

dove riprendere il nesso che unisce gli uomini liberi alla collettività.”

 

 

 

DJ/Giochi di hip pop

 

 

 

Il Viaggiatore:

 

“Gli uomini la libertà la debbono sentire dentro,

 

guida delle loro azioni, anche quando il potere cerca d'impedirlo.

 

Potere di simboli, la merce come mito feticcio.”

 

 

 

Aruanà/Passi di danza

 

 

 

Il Viaggiatore:

 

“Per ottenere la libertà occorre un movimento di liberazione…

 

Deve partire da quelle zone del mondo…

 

dove le principali garanzie non hanno cittadinanza. “

 

 

 

DJ/Giochi di hip pop

 

 

 

Il Viaggiatore:

 

“Diritti e cittadinanza: è la società a doversene far carico…

 

Partire dal Brasile…

 

Alla ricerca della libertà…”

 

 

 

Aruanà/Passi di danza

 

 

 

 

 

SCENA III

 

 

 

 

 

I tre occupano una posizione scenica triangolare: Il viaggiatore e Aruanà agli estremi dell’area proscenica, mentre Dj al centro dell’area scenica. Le performance sono autonome, ma in sequenza tratteggiano il senso del racconto.

 

 

 

 

 

 

 

Il Viaggiatore:

 

“La vita dei bambini nella favela si basa sul concetto di assenza… Assenza di una vera e propria famiglia… Assenza di una casa dignitosa…  Baracche tirate su con mattoni e lamiere, possibilmente senza acqua corrente e servizi e senza un sistema fognario… “

 

 

 

Aruanà:

 

“L’uomo di sua madre non era suo padre… Per lei era stata una storia veloce con un altro. E quel piccolo appena nato era già il bastardo! Non poteva far parte di quella famiglia… Ma lui era solo un bambino… solo un bambino…Non lo volevano perché suo padre non era lo sposo di sua madre… L’hanno messo in un orfanotrofio! I suoi primi cinque anni di vita li ha passati in un orfanotrofio… Poi la madre venne a riprenderselo, e da lì è iniziata la sua vita nella favela. “

 

 

 

DJ/Giochi di hip pop

 

 

 

Il Viaggiatore

 

“Assenza di prospettiva sul futuro. E’ difficile pensare di poter uscire un giorno dagli stretti vicoli che dividono le loro “case”. Calixto c’è nato lì, la sua storia è la storia dei bambini del Brasile, quelli che con disprezzo vengono chiamati  “meninos da rua”. E’ storia di soprusi, di abbandono, di criminalità, di droga… Ma è anche una storia di salvezza, grazie alla poesia, grazie alla musica… “

 

 

 

Aruanà:

 

“Appena entrato inizia a drogarsi con colle, solventi, pillole, qualsiasi cosa potesse essere utile… A 17 anni però passa al crack misto alla marijuana…

 

CAlixto attraversa l’adolescenza… Fa da prima lo scippatore in una banda, poi passa a rubare auto. Ormai è pronto per essere assoldato dal crimine organizzato.  Poi un giorno…”

 

 

 

DJ/Giochi di hip pop

 

 

 

Il Viaggiatore:

 

“Quello dei “meninos da rua” è uno dei fenomeni che meglio rappresenta il Brasile. In effetti c’è una differenziazione da fare: Sono chiamati, ripetiamo in termini dispregiativi,  “meninos da rua”  quei bambini che vivono giorno e notte in strada, facendo i lustrascarpe o i lavavetri, abbandonati dalla famiglia o fuggiti da casa. Poi ci sono i “meninos na rua”, i bambini nella strada, che conservano legami con la famiglia, costretti a lavorare da questi in strada. “

 

 

 

Aruanà:

 

“Era pomeriggio. Calixto era seduto nel cortile di casa. Era con altri amici suoi che scherzava come si fa tra ragazzini, sembrava che la vita per qualche momento gli avesse restituito l’adolescenza, aveva diciassette anni, anche se parlava  come un adulto: “Questa è l’ultima sigaretta che fumo”, diceva agli amici, accendendosene una già tra le sue labbra.  Gli amici lo prendevano in giro per quello che aveva detto, gli davano dello sbruffone. E lui si faceva serio, come per darsi un tono, ma poi tutti scoppiavano a ridere. “

 

 

 

DJ/Giochi di hip pop

 

 

 

Il Viaggiatore:

 

“Sono questi i soggetti deboli della società globale, ultimo anello della catena sociale. In Brasile la realtà dei minori rappresenta forse una tra le più grandi aberrazioni della società globale. “

 

 

 

Aruanà:

 

“Fuori, sulla strada, si sentivano dei rumori e quasi immediatamente alcuni spari… I ragazzi scapparono a vedere cosa stesse succedendo. C’erano dei poliziotti con le pistole in mano e molta confusione in quel pezzo di favela. Una persona era per terra in una pozza di sangue, senza vita: era il fratello di Calixto, il quale stava in piedi davanti a quel corpo esanime…”

 

 

 

DJ/Giochi di hip pop

 

 

 

Il Viaggiatore:

 

“Venti milioni circa di bambini brasiliani, di età compresa tra gli 0 e i 14 anni vivono in famiglie indigenti, il cui reddito pro capite non supera il mezzo salario minimo. Il numero corrisponde al 40 percento della popolazione compresa in questa fascia di età. Alla fine degli anni novanta erano stati calcolati circa dieci milioni di meninos, un terzo dei quali non è arrivato al diciottesimo anno di vita. “

 

 

 

Aruanà:

 

“Da allora Calixto  ha smesso di fumare. Ha deciso di riprendersi il controllo della mente. Si obbliga, ogni giorno, qualunque cosa faccia, se cammina per strada o se gira per il quartiere, ad osservare la realtà che lo circonda e a comporre rime, poesie, storie, che la raccontino….”

 

 

 

DJ/Giochi di hip pop

 

 

 

Il Viaggiatore:

 

“Calixto invece ha scelto la strada della vita. Dopo la morte di suo fratello ha sviluppato negli anni uno stile poetico e ritmico molto personale, i suoi testi sono tutti centrati su temi sociali cruciali, legati all’ambiente giovanile e alla vita in una condizione precaria quale quella della favela, e riescono ad essere un modello positivo di ispirazione e stimolo per i suoi coetanei.

 

 

 

SCENA IV

 

 

 

In questa scena il personaggio Rinaldo potrebbe essere anche una marionetta o un pupazzo. Dj resta sullo sfondo, si nota la sua ombra mentre mette la musica che si sente in sottofondo.

 

 

 

 

 

Aruanà (Rivolgendosi al pubblico)  Rinaldo ha 13 anni, ed è un esempio tipico di meninos

 

               da rua… Non ci credete? Guardate allora…

 

               Eilah Rinaldo, como tu Estas?

 

Rinaldo: Smettere, smettere, perché dovrei smettere…?

 

Aruanà: Smettere cosa?

 

Rinaldo: Smettere con la droga!

 

Aruanà: Forse perché passare dalla colla al crack, alla tua età, non è molto salutare…

 

Ah…Ah…Ah…

 

Rinaldo: Io sto bene così, capisci!!?? Se la pietra fa male fa male a me…

 

Aruanà: (Rivolgendosi al pubblico)  Solo per chiarezza: la pietra è il crack…

 

Rinaldo: Vuoi che diventi pazzo pensando che forse potrei rimetterci…? Ma rimetterci

 

               cosa…?

 

Aruanà: La vita per esempio!

 

Rinaldo: La vita… hih… ma non capisci che io così ci guadagno invece!

 

Aruanà: Ah… Ah… Ci guadagni cosa, a morire…?

 

Rinaldo: Ma non capisci allora! Ho già vissuto abbastanza, e fumare mi fa star bene.  

 

             Ecco tutto! Non esiste questa storia di morire per la pietra… Anzi meno male

 

             che ne ho sempre un bel po’ dietro.

 

Aruanà: (Rivolgendosi al pubblico) Vi state facendo una idea più chiara su come sia

 

               confusa la linea d’ombra tra vita e morte…?  

 

               Ma quanta te ne fai in un giorno?

 

Rinaldo: Una ventina al giorno e sto bene, io sono tranquillo…!!!! Certo ci sono quelli

 

             che escono fuori di testa, ma non è così per me…

 

Aruanà: E chi sono…? Chi sono…? Dimmi…?  

 

Rinaldo: Ma sono sballati, fuori di testa, che fumano tutto il giorno e non fanno altro.

 

             Sono talmente rincoglioniti che non sanno neanche il proprio nome…Fumare è

 

             Grande, ma io so controllarmi!

 

Aruanà: (Rivolgendosi al pubblico)  Avete visto… Ah… Ah… Avete visto… Lui si sa

 

               controllare… Ma secondo voi

 

               quanti anni di vita rimangono a Rodrigo?

 

Rinaldo: Guarda… Guarda… La vedi quella…?

 

Aruanà: Quella chi? Dove?

 

Rinaldo: Lì, lì, quella ragazzina lì… Quella se l’è fatta  mezzo mondo…  

 

              Me la sono fatta anch’io! Grande trombata… Eh…Eh…Eh… Sai quanto si fa

 

              pagare, la zoccola? Il prezzo di una pietra.

 

Aruanà: Ma non capisci che quella è una vittima come te?

 

Rinaldo: Vittima…? Eih… Io non sono vittima di niente… E’ quella che è una fottutissima  

 

               fuori di testa…! Cazzo! E’ proprio scema, quella! Una pietra le dura niente! E  

 

               diventa matta…! E’ sempre alla ricerca di nuovi clienti per comprarla… Ma

 

               perché non si fa  pagare di più? Almeno può averne di più e battere meno…Non

 

               ti pare?

 

Aruanà:   Perché parli così? Ti senti tanto diverso da lei?

 

Rinaldo: Eih! Te lo ripeto: c’è gente che non sa vivere. Io so vivere! Ma lo sai cosa

 

              dicono di me? Che sono un tipo astuto. E lo sono davvero… Eh…Eh….Eh….  La

 

              droga dici? Potrei uscirne quando voglio!

 

 

 

SCENA V

 

 

 

Il testo del monologo si alterna per paragrafi  a interventi hip pop sincopati, il linea con l’impatto drammatico della scena.

 

Monologo donna

 

 

 

DJ/Giochi di hip pop

 

 

 

“Com’era bello quel motel! Avevo 15 anni e mi sembrava di vivere in un film. La signora Santos ci portava spesso lì per lavorare. C’erano tante piante e luci colorate. C’erto la casa di Vila Mariana era anche meglio. Poi la signora era brava ad organizzare le feste. I clienti erano sempre contenti di lei… Avevo 15 anni e mi sentivo una vip…”

 

 

 

DJ/Giochi di hip pop

 

 

 

“Vivevo con mia madre, allora… Lei faceva la donna delle pulizie e dopo che ebbi lasciato la scuola, passavo le giornate ad oziare. Non avevo mai soldi in tasca. Lei lo diceva sempre: “la signora Santos ti può sistemare, tu sei bella, e ti prenderebbe subito! Se no c’è la lavanderia, puoi lavorare lì. Basta che ti decidi!” Lavorare in una lavanderia? Io? No! Non mi andava proprio. Poi lo dicevano tutti che ero bella, e che avrei potuto fare di meglio.”

 

 

 

DJ/Giochi di hip pop

 

 

 

“Una sera mi trovai in una festa nella Bolla… Lì, dove ci sono i ricconi. C’era un sacco di gente, non ricordo neanche come ci fossi capitata in quel posto… Ricordo che c’era Marcia con me, che lavorava già per la signora. Quella sera aveva un vestito meraviglioso… Mi disse che era costato 500 reais, circa 270 euro… considerato che 100 reais era un mese di lavoro in una lavanderia… “

 

 

 

DJ/Giochi di hip pop

 

 

 

“Marcia si vantava della sua vita e di tutta la gente che incontrava che la faceva sentire una regina. Marcia aveva quattordici anni, ed era una delle ragazze più richieste della signora Santos. Aveva cominciato a lavorare per lei a dodici anni, fu la madre stessa che la portò dalla signora, le vendette la sua verginità, cosa che nel mercato è molto richiesta.

 

“Tu la verginità l’hai già persa!” - mi diceva - quindi di cosa hai paura. Con la signora diventi una regina pure tu”.  Mi chiese di provare una volta a fare una marchetta, e se fosse andata bene mi avrebbe portato dalla signora… Marcia mi disse che c’era un suo cliente che mi voleva quella sera stessa. Per 50 reais avrei potuto anche dargliela.”

 

 

 

 

 

DJ/Giochi di hip pop

 

 

 

“Era sulla sessantina. Sembrava una persona gentile, a modo. Era un proprietario di terre. Marcia si raccomandò con lui di non farmi male, perché era la prima volta. E quando glielo disse, sembrava che gli occhi gli luccicassero… Salimmo sulla sua macchina. Chiuse il vetro che lo separava dall’autista e inizio a spogliarmi… Non mi fece male, fu gentile, solo qualche sculacciata, gli piaceva sculacciare le sue bambine, come diceva sempre, ma non mi fece molto male, e poi a me quella cosa un po’ mi divertiva… Sentirmi la sua bambina, dico…”

 

 

 

DJ/Giochi di hip pop

 

 

 

“Con quei soldi comprai rossetti e sigarette… Due giorni dopo lavoravo già per la signora Santos… All’inizio ero insieme a tre ragazze del mio stesso quartiere, quasi sempre al motel… La mia prima marchetta per la signora la feci con loro… Il cliente era un industriale che aveva prenotato quattro ragazze, ma appena mi vide volle solo me e le altre rimasero in macchina per quella sera. Io ero contenta che aveva scelto solo me… Mi faceva sentire importante, anche se il cliente era un po’ violento. Gli piaceva il dominio, senza picchiarmi però, ma quando mi prendeva lo faceva con violenza… “

 

 

 

DJ/Giochi di hip pop

 

 

 

“Da quando hanno arrestato la signora Santos, sto in strada, non che batto la strada attenzione, frequento posti e ho il mio giro… Peccato però, con la signora stavo bene… L’hanno beccata per una intercettazione telefonica con uno importante industriale: Serafin de Tommazo erede di una industria legata al guaranà. Era un cinquantenne sposato e con un  figlio di 16 anni. Al telefono Tommazo chiese una vergine… la signora gli fece la proposta di una bimba di undici anni, offerta dalla stessa madre… Serafin de Tommazo fu entusiasta della proposta… La signora gli chiese 1000 reais per un incontro. Ma lui protestò, protesto vivamente: 1000 reais per un incontro? Una follia! Contrattarono per alcuni minuti. Poi trovarono un accordo 2000 reais per quattro incontri. Con una clausula, però che se la bimba non avesse sanguinato voleva dire che non era vergine, allora tutto sarebbe saltato, e lui avrebbe pagato una normale marchetta.”

 

 

 

DJ/Giochi di hip pop

 

 

 

“Furono arrestati tutti, anche i clienti. La chiamarono l’operazione San Paolo. La cosa fu strana perché solitamente i clienti sono intoccabili, anche perché se dovessero arrestare tutti gli uomini che in Brasile cercano sesso con le ragazzine non basterebbero tutte le prigioni… Almeno era questo che diceva sempre la polizia…”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

SCENA VI

 

 

 

DJ/Cantata Hip pop

 

 

 

Il Viaggiatore

 

“Ci sarebbero alcune cose da dire…Gli squadroni della morte, ad esempio… Quello si che è un caso, come si dice? CONNOTATIVO! Perché gli squadroni della morte sono praticamente delle organizzazioni paramilitari private. Hanno  un solo obiettivo: “ripulire” le strade dai meninos da rua… Ma perché vengono organizzati eserciti per massacrare i bambini? E soprattutto a chi giova tutto questo? Sono i padroni degli esercizi commerciali che organizzano questi stermini sistematici. E i ceti più abbienti rimangono indifferenti, cosa che rende lo sterminio un fatto dovuto.”

 

 

 

Aruanà: Il ritmo è un valore espressivo, esistenziale. E’ un processo osmotico tra parole,

 

              musica e vita…

 

 

 

Il Viaggiatore

 

“Ci sarebbe da parlare della polizia… Fin dall’inizio… Negli anni novanta si inizia a parlare di guerra civile permanente, per il livello di violenza raggiunto. Nel 1994 sul Globo, il network televisivo brasiliano, riprende le immagini dell’attacco sferrato nelle favelas di Rio de Janeiro, alla caccia di narcotrafficanti. Fino ad allora questo era stato compito esclusivo della polizia. In due anni il numero dei morti ammazzati è superiore al numero degli americani morti durante tutta la guerra del Vietnam. Là morirono 48 mila americani, qui sono più di 26 mila gli omicidi ogni anno. Per andare ancora più indietro, nell’81 la polizia militare di San Paolo uccise 300 persone, mentre nel 1988 si registrò una variazione di poco conto 294 morti. Ma in breve si fa un salto straordinario: 1140 nel 1991, 1190 l’anno successivo.”

 

 

 

DJ/ Cantata Hip pop

 

 

 

 

 

Aruanà: Adote un ritmo! Le diversità si condensano. Lunghe e sinuose frasi. Sonorità

 

              ridondanti. Ridefinizione dei colori.

 

 

 

Il Viaggiatore

 

“E che dire dei catasti, dove risulta che il 15% delle terre sono state espropriate senza nessuna legittimità giuridica. Questo è potuto succedere perché le terre erano aree di confine tra una fazenda e l’altra. Così, come nel far west, i padroni hanno allargato i loro confini con la forza, senza nessun diritto a farlo. Chi lavora in queste fazende vive praticamente in schiavitù. Succede infatti che dopo una settimana di lavoro, il “lavoratore” si trova praticamente indebitato per il semplice mantenimento di cibo, vestiti e casa, elementi questi che nelle società evolute sono diritti di tutti. La Riforma agraria è un problema vecchio del Brasile. I latifondi hanno continuato ad aumentare a dismisura. L’intensa meccanizzazione nell’agricoltura, introdotta dal regime militare alla fine degli anni Settanta, e l’avvento della produzione industriale ad opera delle multinazionali, hanno svuotato le campagne e affollato le favelas delle città.”

 

 

 

DJ/Cantata Hip pop

 

 

 

Aruanà: La musica è di per se un valore espressivo, esistenziale. Si arrampica nell’aria,si  impossessa dell’anima.

 

 

 

Il Viaggiatore

 

“La riforma agraria ha l’obiettivo di ridistribuire le terre a chi è dovuto fuggire in città, per l’espansione illegale delle fazende. Dietro questa allucinante realtà agraria si nasconde uno scenario tipico dei paesi dell’interzona. Chi detiene la gestione del potere economico, infatti, non è interessato alla lavorazione delle materie prime, che viene fatta dai o nei paesi industrializzati. Ecco che allora il 40% dei brasiliani vivono sotto il livello di povertà. Col paradosso che il Brasile possiede l’11% di acqua dolce del pianeta, ma l’acqua ce l’hanno solo in pochi.”

 

 

 

Aruanà: Adote un ritmo! Le parole diventano fisiche. La musica entra nel corpo, al di

 

             sopra delle ombre oscene sulla città.

 

 

 

DJ/Cantata Hip pop

 

 

 

Il Viaggiatore

 

“Confiscare la terra non sfruttata, significa intaccare i grandi possedimenti privati, in particolare quelli superiori ai 2000 ettari, e distribuirla alle famiglie di senza terra e ai piccoli produttori (circa 5 milioni di famiglie) che, per l’esigua estensione dei terreni di cui sono proprietari, stentano a sopravvivere al mercato. Ma ovviamente non basta distribuire le terre, senza adottare allo stesso tempo misure che aiutino la piccola produzione ad inserirsi nel mercato.”

 

 

 

Aruanà: Occhi, mani, bacini si muovono all’unisono. Sensualità arcaica. Seduzione tribale.

 

              I sensi rispondono delle ambiguità.

 

 

 

DJ/Cantata Hip pop

 

 

 

Aruanà:  Adote un ritmo! E’ solo un gioco… che vibra sui corpi, sulle vite… Ombre e

 

               luci di un mondo capovolto…

 

 

 

DJ/Cantata Hip pop

 

 

 

SCENA VII

 

 

 

 

 

Il testo del monologo si alterna per paragrafi  a interventi hip pop sincopati, il linea con l’impatto drammatico della scena.

 

Monologo uomo

 

 

 

“C’è molta confusione per le strade della favela, la polizia si accinge a formare un posto di blocco. C’è la telecamera di un videoamatore che filma tutto quello che succederà da lì a poco. C’è Reginaldo José dos Santos, alias Rambo, a comandare questa squadra. “

 

 

 

DJ/Giochi di hip pop

 

 

 

“Il cielo terso fa da sfondo a quello che diventerà un inferno di lì a poco…

 

Due uomini di Rambo fermano una macchina. Alla guida vi è un ragazzo di ventotto anni.”

 

 

 

DJ/Giochi di hip pop

 

 

 

“Viene fatto uscire fuori e preso a legnate.

 

Dopo un po’ lo lasciano andare. Il ragazzo si rimette in auto e mentre sta per partire: BUM!!! BUM!!! I due poliziotti gli sparano.”

 

 

 

DJ/Giochi di hip pop

 

 

 

“Viene fermata un’altra auto. Un altro ragazzo.

 

Lo prendono e lo sbattono per terra.

 

Inizia il suo calvario.”

 

 

 

DJ/Giochi di hip pop

 

 

 

“Viene calpestato e preso a manganellate,

 

l’operatore ne ha contate 38 in tre minuti.

 

Rambo, sembra quasi divertito nel martoriare il giovane.”

 

 

 

DJ/Giochi di hip pop

 

 

 

“La scena cambia. Rambo se lo trascina in  disparte,

 

il video non arriva a filmare. Pochi secondi però e BUM!!! BUM!!!

 

Si sentono nitidamente gli spari che tolgono la vita al ragazzo.”

 

EPILOGO

 

 

 

Aruanà: Sei arrivato finalmente!

 

Il viaggiatore: Eccomi, mi aspettavi?

 

Aruanà: Certo, volevo sapere del viaggio?

 

Il viaggiatore: Quale viaggio?

 

Aruanà: Il tuo viaggio... Non hai niente da dirmi? Un bilancio da

 

              fare?

 

Il viaggiatore: Bilancio…? Tu vuoi bilanci da me? No, mi spiace, non ho bilanci da fare…

 

                      ma poi perché dovrei parlare con te…

 

Aruanà: E perché no…? Dopo tutta la strada che ho fatto per essere qua, dopo tutto il 

 

              tempo che ci ho messo, dovresti apprezzare…

 

Il viaggiatore:  Perché tu sei qua per me? Ma che balla è questa…?

 

Aruanà: Dai, dovresti avere un po’ più di fiducia, no…?

 

Il viaggiatore: Lasciamo stare, guarda… Ma cosa vuoi da me…?

 

Aruanà: Niente che tu non mi possa dare…

 

Il viaggiatore: Uh… si fa interessante la cosa…

 

Aruanà: Dai, smettila stupido… Sii serio per piacere…

 

Il viaggiatore: Ok, serio… Di cosa vogliamo parlare…

 

Aruanà: Tu da cosa inizieresti…?

 

Il viaggiatore: Uh, vediamo… Dalle stazioni!

 

Aruanà: Perché le stazioni?

 

Il viaggiatore: Perché ogni viaggio ha le sue stazioni di fermata. Segna il passaggio di  

 

                      ogni cambiamento o di cose che non cambiano… Perché è proprio questo

 

                       il problema: le cose che non cambiano… L’assenza di cambiamento rende

 

                       tutto amorfo…”

 

Aruanà:  E’ un bel concetto questo: bravo… Perché il cambiamento significa scelta, cioè

 

              scegliere di cambiare, di innescare un altro meccanismo che può determinare

 

              la tua vita come la vita degli altri…

 

Il viaggiatore: Esatto, hai capito… Sembravi… però invece…

 

Aruanà: Ah! Ah! Ah!

 

Il viaggiatore: Il cambiamento può essere determinato da grandi progetti ma anche da

 

                       piccole risonanze… Ed è forse questa la grande verità… Le mete, i miti, 

 

                       possono essere esautorati facilmente se ci concentriamo sulle piccole 

 

                       risonanze.

 

Aruanà: Ma tu in quale stazione sei adesso?

 

Il viaggiatore: Vuoi per forza che faccia il punto della situazione… L’unica cosa che posso

 

                       dirti è che sento di sapere meno di quello che sapevo prima… Nient’altro,

 

                        mi spiace…

 

Aruanà: Quindi non hai risposte?

 

Il viaggiatore: E a che servono? A rassicurarti forse… E poi? No, non ci sono risposte…

 

                       Non ne voglio, non m’interessano in questo mondo di pazzi… E io pazzo    

 

                       appresso al mondo…

 

Aruanà: Ok, e allora che facciamo? Balliamo…?

 

Il viaggiatore: Ok, dai balliamo…

 

 

 

Entra la musica di Orchestra do Mundo e tutti ballano, compreso il pubblico.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

FINE