Il poeta della favela

 

By Jody Marcos

 

A Campo Limpo Orchestra do Mundo ha trovato non solo esempi di come realizzare una struttura funzionale ed efficace, ma anche un nuovo componente: un rapper, un poeta di strada, che scrivendo le sue liriche, rappandole sulle basi da lui stesso prodotte con un vecchio modello di Playstation, ha trovato un modo di uscire da una spirale di abbandono, criminalità e droga.

 

A parlarci di lui è per primo Chico Salem, uno dei componenti dell’Ochestra do Mundo (nonché chitarrista di Arnaldo Antunes dei Tribalistas n.d.r.): nella favela di Campo Limpo, l’estrema periferia a sud di San Paolo, ci dice, vive un grande giovane talento, un  poeta di 25 anni di nome Rogério Alves de Sousa, detto CaliXto, un ragazzo passato attraverso l’intera enciclopedia del sopruso e del crimine, che ha trovato come ricetta di salvezza la poesia.

 

Quando incontriamo CaliXto, sulla collina di Campo Limpo, vicino all’unico campo di football, la prima cosa a colpirci di lui sono la straordinaria lucidità e la sorprendente consapevolezza, che traggono origine da doti quali una grande intelligenza e una profonda sensibilità.  Lo seguiamo fino a casa sua, a mezza costa di una delle tante colline formicaio che compongono questa metropoli, Campo Limpo, nella megalopoli, San Paolo. CaliXto abita con le sorelle e la madre in una casa in mattoni dove i servizi sanitari sono assicurati da un improbabile buco nel pavimento, un luogo la cui sola ricchezza sembrano essere i bambini, bellissimi, con occhi grandi e sorrisi indelebili, che sembrano pensare nella loro inconsapevole felicità che il mondo sia tutto così. Chiediamo a CaliXto di raccontarci la sua vita. Più volte durante il suo racconto, colpiti dall’intensità delle sue parole, dobbiamo fermarci a riflettere per cercare di capire fino in fondo quello che ci sta raccontando.

Nato da una relazione extraconiugale della madre, non è  inizialmente accettato in famiglia, quindi passa i primi anni della sua vita in orfanotrofio, fino a quando la madre lo riprende con sé e lo porta a vivere con lei nella favela. A sei anni comincia a fare uso di stupefacenti: colle, solventi, pillole, qualsiasi cosa trova, a otto anni fuma crack misto a marjuana  e il suo impiego passa da scippatore in banda a ladro d’auto. E’ ormai pronto per essere assoldato dal crimine organizzato, quando uno dei suoi fratelli viene ucciso all’età di 17 anni davanti a casa dalla polizia. Il racconto della sua ultima sigaretta ci lascia increduli: nel cortile di casa, disse agli amici presenti che quella sarebbe stata l’ultima volta che avrebbe fumato, accese la sigaretta e quasi contemporaneamente alcuni spari riecheggiarono nella strada. L’altro suo fratello, sedicenne, giaceva in una pozza di sangue. CaliXto, guardandoci diritto negli occhi ci chiede allora: “se voi foste stati in questa situazione che cosa avreste fatto? Io ho smesso di fumare e per riprendere e mantenere il controllo della mia mente ho deciso di obbligarmi, ogni giorno, qualunque cosa faccia, camminando per strada, salendo sull’autobus, girando per il quartiere, a osservare la realtà che mi circonda e a comporre rime, poesie, storie, che la raccontino. Poi ho cominciato a iscrivermi a tutti i corsi disponibili, dalla capoeira ai corsi di percussioni, computer, internet, ecc..(CaliXto ha appena vinto un concorso di danza indetto da MTV Brasile, vincita che gli è valsa la partecipazione ad un programma televisivo nazionale n.d.r.).

 

In questo modo ho scoperto molte cose, ed essendomi dato come altra regola quella di leggere molto, tutto quello che mi capitava in mano, ho sviluppato molto la mia memoria, rendendomi conto che sono in grado di assimilare e immagazzinare un’incredibile quantità di informazioni, dati, parole... Quando mi sono accorto che i miei amici, i  compagni di vita sulla strada, la gente del quartiere, cominciavano a relazionarsi con me in modo diverso, chiedendomi di recitare per loro poesie o di comporre una filastrocca con il loro nome, ho cercato di creare rime che potessero far loro arrivare un messaggio positivo, che aprissero loro gli occhi sul tipo di vita che fanno, che spiegassero loro che non esiste solo Campo Limpo, e che è possibile migliorare la propria condizione per mezzo della cultura e della disciplina: col tempo sono diventato il poeta del quartiere. E ora sono arrivato anche in Italia! ridendo ci dice”.

 

Negli anni l’arte poetica di CaliXto ha trovato un perfetto gemellaggio con la musica hip-hop, musica che ha trovato fertile terreno in tutte le megalopoli del pianeta, tra i giovani che vivono nelle aree più problematiche. Da Nairobi a Johannesburg, passando per Bangkok, l’hip-hop, musica del dissenso sociale, è forse il prodotto born in the USA che più trova consumatori tra i giovani delle megalopoli, che a loro volta ne diventano produttori, utilizzandolo come strumento per comunicare il proprio disagio e la voglia di emergere.

 

CaliXto negli anni ha sviluppato uno stile poetico e ritmico molto personale, i suoi testi sono tutti centrati su temi sociali cruciali, legati all’ambiente giovanile e alla vita in una condizione precaria quale quella della favela, e riescono ad essere un modello positivo di ispirazione e stimolo per i suoi coetanei.

 

“Mi sono accorto, ci dice CaliXto, che queste semplici filastrocche rimanevano per giorni nelle teste dei miei amici, e allora perché limitarsi alle filastrocche, come ce ne sono già tante, perché non cercare di aiutarli comunicandogli un messaggio? E allora ho deciso, facciamo piazza pulita, o a dirla tutta, facciamo Campo Limpo”.

 

Dalla storia di Calixto, raccontata con le sue stesse parole, emergono chiari e forti lo spirito e il principio che animano l’Orchestra do Mundo, dai suoi pezzi, ispirati e vividi, traiamo la conferma che il progetto di Orchestra do Mundo può funzionare per altri ragazzi come lui, CaliXto, il poeta  della favela...

 

 

San Paolo, 2004